Dialoghi ottici tra componenti fotonici
Prologo
Anno 2020. 21 Gennaio. Mentre il mondo per la prima volta si prepara, attonito e sconvolto, a confrontarsi con la pandemia globale di Covid-19, al Politecnico di Torino un giovane ragazzo si affaccia timidamente davanti all’ufficio del professore di sistemi. Come tanti suoi colleghi, è alla ricerca di un’attività di tesi. È tardi, sono quasi le sette di sera. E sa che, probabilmente, anche questa volta troverà la porta chiusa. Invece no, questa volta è diverso. Il professore lo accoglie con un sorriso cordiale. Ascolta le domande dello studente, si fa raccontare il curriculum. Riflette per qualche istante e poi, convinto, si rivolge al ragazzo: “Potresti lavorare con i sensori in fibra ottica”. Lo studente è affascinato, e chiede spiegazioni. “La fibra ottica” inizia a spiegare il professore “è sottile come un capello, è un filo di vetro in grado di portare con sé informazioni…”. Lo studente ascolta in silenzio, ma sa già che quello sarà il suo argomento di tesi. Ancora non può immaginare, però, quanto quell’esperienza sarebbe diventata totalizzante. Ancora non conosce i soggetti con cui si sarebbe confrontato. Scoprirà, con il passare del tempo, che dietro a quel filo di vetro c’è un mondo. Un mondo fotonico, un mondo governato dalle leggi dell’ottica e non solo. Un mondo fatto di dialoghi ottici tra componenti fotonici.
La trasmissione di un
segnale ottico
In una fibra ottica l’informazione
trasmessa è rappresentata dalla propagazione di un segnale luminoso. La fibra,
infatti, presenta una struttura multistrato concentrica: si definisce “core” lo
strato più interno, “cladding” quello intermedio e coating quello più esterno.
Quando la luce viene fatta entrare nel core, essa si propaga al suo interno con
un determinato angolo rispetto alla fibra, in funzione dell’orientamento
iniziale con il quale viene inserita. Quando la luce raggiunge l’interfaccia
tra il core e il cladding, essa subisce una riflessione totale, restando quindi
confinata nel core e propagando dunque l’informazione. Affinchè questo sia
possibile, però, è necessario che l’orientamento iniziale del fascio luminoso
rientri all’interno di un valore ben preciso, detto acceptance cone. Se questo
non avviene, la luce anziché venire riflessa nel core, viene dispersa nel
cladding.
FOTODIODO: Ho un’informazione
cruciale da inviare. Luce, luce delle mie brame, qual è lo spettro più efficace
del reame?
LUCE: Signor fotodiodo, se vuole
sfruttare tutte le potenzialità della moderna sensoristica fotonica, scelga lo
spettro MD35-70!
FOTODIODO: E chi sarebbero
costoro?
LUCE: Egregio fotodiodo, MD30-70
è lo spettro luminoso che copre le lunghezze d’onda da 1530 a 1570 nm. Sa, vostra
diodità, è l’unico spettro in grado di comunicare con il grande INTERROGATORE
Smart Scan, colui che rende l’ottica uno strumento di misura rivoluzionario!
FOTODIODO: Ok, mi hai convinto.
Quindi cosa devo fare, li prendo e li mando fuori?
ACCEPTANCE CONE: Eh no, troppo
facile così…
FOTODIODO: Eh tu chi sei?
ACCEPTANCE CONE Mi scusi, egregio
fotodiodo, non mi sono presentato. Io sono Mr. Acceptance Cone. Sono il
mediatore tra voi, egregio fotodiodo, e Mr Core, colui che deve accettare lo
spettro e accompagnarlo a destinazione.
CORE: Mr. Cone, mi raccomando!
Faccia un’attenta selezione, altrimenti Mr. Cladding si tiene lo spettro tutto
per sé…, e poi non si dica che è colpa mia che non faccio il mio lavoro!
CLADDING: Signor Core, io sono
qui per aiutarla, sa che senza di me lei lo spettro lo perderebbe sempre.
Certo, se poi non vuole stare da lei per il suo indice di rifrazione, io non posso
fare altro che accoglierlo…
ACCEPTANCE CONE: Buoni, state
buoni, per la miseria! Lo sappiamo come funziona. Ed è per questo che esisto
io. Egregio fotodiodo, lei dovrà emettere lo spettro con un’angolazione più
bassa possibile, e comunque mai superiore a quanto le comunico io. Solo così lo
spettro si sentirà accolto da Mr. Core, e ogni volta che troverà Mr Cladding,
se ne allontanerà, pur di rimanere nella sua vera casa… Così facendo, Mr Core
potrà condurre lo spettro a destinazione, completando la missione e
trasportando l’informazione!
FOTODIODO: Oh gentilissimo! Ma tu
come fai a sapere tutto questo?
ACCEPTANCE CONE: nulla di
complicato, sa a me piace avere rapporti cordiali con tutti. Tutti mi
comunicano il loro indice di rifrazione, e come sancito dal Trattato Di Snell,
è sempre possibile trovare un giusto orientamento che renda possibile realizzare
il Vostro desiderio di trasportare l’informazione, perchè…
FOTODIODO: va bene, va bene, mi
hai convinto… Dammi l’angolo massimo
ACCEPTANCE CONE: 2 gradi signore
FOTODIODO: Supporti meccanici, in
posizione per l’allineamento!
SUPPORTI: Allineamento con la
fibra garantito signore!
FOTODIODO: Spettro in partenza…
Spettro pronto… Accensione… Partenza!
SPETTRO: Buongiorno Core, sono lo
spettro MD35-70!
CORE: Benvenuto spettro… Qui
sarai accolto per tutto il tempo del tuo viaggio, sei a casa tua e nessuno ti
porterà via!
SPETTRO: Ma è bellissimo qui! Non
mi serve altro! Il mio orientamento mi suggerisce che questo è il posto in cui
voglio restare… Se troverò Mr. Cladding, non avrò dubbi a tornare indietro e a stare
qui!
Il sensore FBG
Il sensore FBG (Fiber Bragg
Grating) è una rimodulazione periodica dell’indice di rifrazione del core. Tale
rimodulazione si comporta come un filtro selettivo in frequenza: quando la
luce, trasmessa dalla fibra ottica, attraversa il reticolo, tutte le lunghezze
d’onda possono attraversare il reticolo. Una specifica lunghezza, però, detta
lunghezza di bragg, viene riflessa nella direzione opposta al moto di propagazione
e rappresenta l’output del sensore.
INTERROGATORE: Signori delle
lunghezze d'onda, in fila! Si parte. Tutti in riga al canale 1?
LUNGHEZZE D'ONDA: Si signor
Interrogatore!
INTERROGATORE: Reticolo di Bragg,
sei in posizione?
RETICOLO: Si signor
Interrogatore!
INTERROGATORE: Computer in
modalità ricevente!
COMPUTER: Modalità ricevente
impostata signore.
INTERROGATORE: Lunghezze d'onda ,
partenza!
Lo spettro, contenente le
lunghezze d’onda, viene trasmesso nella fibra ottica come già spiegato…
RETICOLO: Al vostro passaggio,
identificatevi!... Lunghezza di Bragg, respinta!
L.DI BRAGG: Ma signor sensore,
cosa ho di diverso?
RETICOLO: Sei diretta proporzione
del mio passo, non puoi passare.
L.DI BRAGG: Ma questa è
discriminazione! Mi vieti il passaggio solo perché sono diversa dagli altri? Io
non lo accetto, io mi ribello!
RETICOLO: Cara lunghezza, non dipende
né da me né da te. Ma dipende da quello che succede fuori. Vedi, se anche io ti
dicessi che puoi passare, in questo momento… Tu non ne saresti in grado. Oggi
tocca a te, e la cosa non ti fa piacere. Ma domani sarà un altro giorno. Se farà
un po’ più caldo, vedi che non sarai tu a dover tornare indietro
L. DI BRAGG: Non capisco signor
sensore
RETICOLO: è normale che sia così.
Ma devi sapere che io non sono sempre uguale a me stesso. Cambio, mi allungo e
mi restringo, a seconda di quello che succede fuori. Se fa caldo, io mi allungo.
E allora saranno le tue sorelle maggiori a dover tornare indietro. Se invece fa
freddo, io mi restringo. E toccherà alle tue sorelle minori tornare indietro.
Hai capito?
L.DI BRAGG: Si, ho capito che ci
sarà sempre una di noi discriminata. Bell’affare…
RETICOLO: Ma no, non essere così
dras…
INTERROGATORE: Lunghezza di Bragg
Torna a casa subito! Reticolo, lasciala in pace!
L.DI BRAGG: Subito signor
interrogatore, alla velocità della luce!
INTERROGATORE: Ecco brava, torna
immediatamente perché la tua presenza è fondamentale…Picco riflesso
identificato… sensore rilevato… dato salvato!
L.DI BRAGG: Talmente importante
che sono l’unica che non può andare avanti
INTERROGATORE: Ma figlia mia, è
proprio per questo che sei la più importante! Il fatto che sia tu a essere
tornata indietro, mi permette di capire che cosa succede là fuori! So che il
signor reticolo è un po’ grezzo, e che le tue sorelle non possono capire… Ma il
tuo tornare qui, il tuo essere diversa, il tuo cammino… è ciò che dà un senso a
tutti noi. Rende reticolo un sensore… Rende me uno strumento smart… Rende la
nostra fibra utile… E soprattutto rende te, cara lunghezza di Bragg, l’unica
che verrà salvata, l’unica di cui si terrà traccia
L.DI BRAGG: Ma io… non lo sapevo…
Come è possibile?
INTERROGATORE: nulla di tutto questo sarebbe possibile se ognuno agisse da solo. Ma nell’interazione sta la ricchezza. Nei nostri dialoghi, puramente ottici, si cela la nostra natura più potente… Quella fotonica! Ora riposati, che breve inizierai un altro viaggio: il signor PC ti attende!
La trasmissione e la visualizzazione del segnale
I dati dei sensori FBG vengono inviati al PC mediante cavo di LAN. La connessione è possibile mediante identificazione della rete tramite indirizzo IP dell'interrogatore. I dati vengono salvati su un file con estensione .txt
INTERROGATORE: dato in arrivo sul canale 1. Cavo di LAN,
impostare connessione!
LAN: Ricevuto signore!
PORTA PC: Avviso al pannello di controllo, nuova connessione
di rete identificata
PANNELLO DI CONTROLLO: connessione di rete sconosciuta!
Esito negativo, comunicazione NON consentita
PORTA PC: sembrano informazioni importanti signore, degne di
nota… Oserei dire fotoniche
PANNELLO DI CONTROLLO: ricevuto. Richiedere IP di
provenienza per consentire la comunicazione
PORTA PC: Gentili dati, l’ingresso è consentito solo tramite
identificazione con IP
LAN: certamente signori. Porto le informazioni di sua
fotonica applicata Interrogatore Smart Scan, indirizzo IP 10.0.0.150.
Conteniamo dati sensibili trasportati in fibra ottica. Necessitano di
accoglienza immediata, dopo un viaggio alla velocità della luce
PORTA PC: controllo indirizzo IP in corso… Accesso
consentito! La porta di comunicazione resterà operativa fino a quando resterà
valida la vostra identificazione
INTERROGATORE: nessun problema, posso lavorare per ore e ore
senza accumulare la minima fatica… ma ho bisogno al più presto che mi forniate
uno spazio di accoglienza, le lunghezze d’onda arrivano a frotte e io non ho
spazio interno per accoglierle tutte.
CPU: nessun problema. Txt!
TXT: Si signore!
CPU: necessità urgente di accogliere il dato in arrivo da
PORTA PC!
TXT: subito all’opera! Modalità scrittura attività!
Accoglienza attiva!
CPU: processo iniziato! Accogliere dati!
LUNGHEZZE D’ONDA: è stato un lungo viaggio… Ma adesso…
Adesso siamo arrivati a casa, una nuova casa dove possiamo essere noi stessi,
possiamo essere quel dato per il quale siamo stati generati.
All'improvviso... Il caos
INTERROGATORE: dato in arrivo sul canale 1. Cavo di LAN, impostare connessione!
LAN: Ricevuto signore!
CLIP DELLA LAN: Facile rispondere sempre presente… Tanto il lavoro scomodo lo facciamo noi. Ore e ore fermi a reggere il peso del cavo… A tenerlo fermo in posizione, per assicurare il transito dei dati. Nessun diritto, solo il dovere di lavorare. Se i dati arrivano è merito del cavo, se non arrivano è colpa nostra… Nessuna regola… Nessun orario… Acquisizioni a ogni ora, a ogni ritmo, a ogni frequenza… Il tutto per trasmettere migliaia e migliaia di dati in arrivo da quel filo di vetro. Ma cosa ci trovano poi?!
PORTA PC: Avviso al pannello di controllo, nuova connessione di rete identificata
CLIP DELLA LAN: Non ci rispondi LAN? Davvero dai così per scontato il nostro lavoro?
PANNELLO DI CONTROLLO: connessione di rete riconosciuta! Benvenuto LAN, un piacere rivederti!
LAN: Ma certamente è un piacere rivederti PORTA PC! Da te si sta sempre così bene…
CLIP DELLE LAN: Ma secondo te di chi è il merito?
LAN: Clip basta lamentarvi! Se io sto bene nella porta è merito della mia forma, dei miei dati e dell’accoglienza che la cara porta mi riserva ogni volta. Voi, senza di me, sareste una nullità, sareste spazzatura, non esistereste nemmeno. E ora vi lamentate pure, che coraggio!
CLIPS: Ah sì? Allora vediamo quanto sarai bravo senza di noi… Per noi finisce qui, preferiamo staccarci piuttosto che essere sfruttate! Libertà per le clips!
LAN: Andate andate, tanto qui nella porta si sta così bene…
PORTA PC: Lan tutto bene? Ti sento instabile
LAN: Benissimo porta cara! Qualche problema?
PANNELLO DI CONTROLLO: connessione persa!
INTERROGATORE: trasmissione dati interrotta! Dati in pericolo!
PORTA PC: Lan, Lan, ma che combini! Stai fermo o perdiamo tutti i dati!
LAN: Ma non sto facendo nulla, come è possibile!
RICERCATORE: Questo maledetto cavo Ethernet non sta mai fermo. Le clips si rompono sempre e non si riesce più a fare nulla. Basta, è ora di passare alla trasmissione dati wireless e risolvere il problema alla radice.
LAN: Forse… Forse anche le clips erano importanti. Con la mia arroganza, ho condannato sia me che loro all’irrilevanza…
Epilogo
Anno 2024. Lo studente che quattro anni prima si affacciava timidamente in dipartimento sta completando il suo percorso di dottorato. L’uso dei sensori in fibra ottica è diventato uno dei punti cardine dell’attività di ricerca del gruppo di cui ora fa parte. Nel mezzo, mesi di attività, di test, di confronto e di divulgazione. Decine di studenti che si sono alternati a lavorare sul tema. Alcuni corsi che hanno iniziato a proporre esercitazioni sul tema. Una storia che sembrava fragile e impercettibile, ma che nel tempo è diventata un punto di riferimento. Un’esperienza forse non appariscente, ma di certo resistente. Un’esperienza in grado lasciare traccia di sé, portando luce. Per chi scrive, riannodare i fili di questa storia è ritrovarsi in mano con un filo di vetro. Che non smette mai di parlare. E di dar vita a dialoghi ottici di componenti fotonici.
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