Prologo

 

Anno 2020. 21 Gennaio. Mentre il mondo per la prima volta si prepara, attonito e sconvolto, a confrontarsi con la pandemia globale di Covid-19, al Politecnico di Torino un giovane ragazzo si affaccia timidamente davanti all’ufficio del professore di sistemi. Come tanti suoi colleghi, è alla ricerca di un’attività di tesi. È tardi, sono quasi le sette di sera. E sa che, probabilmente, anche questa volta troverà la porta chiusa. Invece no, questa volta è diverso. Il professore lo accoglie con un sorriso cordiale. Ascolta le domande dello studente, si fa raccontare il curriculum. Riflette per qualche istante e poi, convinto, si rivolge al ragazzo: “Potresti lavorare con i sensori in fibra ottica”. Lo studente è affascinato, e chiede spiegazioni. “La fibra ottica” inizia a spiegare il professore “è sottile come un capello, è un filo di vetro in grado di portare con sé informazioni…”. Lo studente ascolta in silenzio, ma sa già che quello sarà il suo argomento di tesi. Ancora non può immaginare, però, quanto quell’esperienza sarebbe diventata totalizzante. Ancora non conosce i soggetti con cui si sarebbe confrontato. Scoprirà, con il passare del tempo, che dietro a quel filo di vetro c’è un mondo. Un mondo fotonico, un mondo governato dalle leggi dell’ottica e non solo. Un mondo fatto di dialoghi ottici tra componenti fotonici.

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